Avevamo lasciato gli
Alchemy con il debut Never too late,
lavoro che ho riascoltato proprio di recente e che già metteva in luce delle
ottime doti compositive e tecniche, esordio che trova nel nuovo Dyadic, uscito nel 2019, un seguito
ancora più calibrato, fatto di hard rock potente e sempre attento all’aspetto
melodico. Marcello Spera (voce), Cristiano Stefana (chitarra), Andrew Trabelsi
(tastiere), Matteo Castelli (basso) e Matteo Severini (batteria), riescono
nell’intento di concentrare all’intermo del disco attualità e tocco vintage,
con pezzi come Goodbye (cantata in
coppia con Davide Barbieri) o What it
takes (contraddistinta dal solo di chitarra di Stefano Zeni dei Wheels of
fire), che sono lì a dimostrarlo in tutta la loro freschezza. Ma non si possono
non citare l’AOR indiavolato e grintoso di Cursed,
l’hard di One step away e l’elegante
carica di Endless quest. Nuketown spinge sull’acceleratore con
grande sicurezza tecnica, Day by day viene
sapientemente armonizzata dalle mani di Trabelsi, a dire il vero elemento
fondamentale per la riuscita del sound Alchemy. Hero non fa altro che confermare la capacità dei lombardi di creare
tessiture di spessore, che si sposano con la volontà di risultare molto immediati,
mentre Lost in the dark ha un mood
roccioso ed energico . Take another shot,
con la sua vitale carica heavy, e l’epica Prisoner,
chiudono un grandissimo ritorno, meritevole di tante attenzioni da parte di chi
ama questo sound. (Luigi Cattaneo)
Official Album Teaser
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