lunedì 14 maggio 2018

UNIMOTHER 27. AcidoXodica (2018)


Torna a breve distanza da Fiore spietato Piero Ranalli con il suo progetto Unimother 27, monicker con il quale si è sempre più allontanato dalle precedenti esperienze con City Sewen System e Areknames, per abbracciare una psichedelia tout court intrisa di quella Kosmische Musik cara ai corrieri cosmici tedeschi. Questo sesto capitolo è nuovamente improntato sulla sua chitarra (ma Ranalli suona anche il basso e i synth) e sull’apporto percussionistico di Mr. Fist, molto tribale a dire il vero (forse anche troppo). Il platter è a dir poco iridescente, perché trae ispirazione da un sogno, spiegato dallo stesso autore. “Cammino lungo una strada di una città immaginaria e noto che in entrambe le direzioni lo scenario che mi trovo davanti non cambia”. Da qui il titolo del disco e dei brani, che letti in senso inverso non cambiano significato, con la musica che segue questa scia ciclica, ripetitiva, attua a sviluppare un loop in cui ovviamente ci si perde, si resta perplessi anche, un trip imperfetto e astratto che si sviluppa proprio da una realtà onirica. Ossesso è l’inizio topoi dell’album, una base percussiva funge da tappeto per la deviata chitarra di Ranalli, lungo dieci minuti che spiazzano totalmente l’ascoltatore. Tutto il disco in realtà sembra attingere tanto dal Kraut quanto dal genio di Hendrix, una trasposizione in piena libertà dello spirito che animava certe correnti e certi personaggi una cinquantina di anni fa circa, con la chitarra furente del pescarese sempre in primo piano. Proprio l’utilizzo quasi esclusivo della sei corde e delle percussioni è un po’ il limite di AcidoXodica, che proprio quando inserisce altri elementi con più convinzione diviene maggiormente compiuto. Apprezzabili comunque le intenzioni dell’abruzzese di creare un disco free, homemade, psichedelico nella forma e nella sostanza, lontanissimo da questi tempi e liquido come la materia dei sogni. (Luigi Cattaneo)
 
Album Teaser (Video)
 

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