Torna a breve distanza
da Fiore spietato Piero Ranalli con
il suo progetto Unimother 27, monicker con il quale si è sempre più allontanato
dalle precedenti esperienze con City Sewen System e Areknames, per abbracciare
una psichedelia tout court intrisa di quella Kosmische Musik cara ai corrieri
cosmici tedeschi. Questo sesto capitolo è nuovamente improntato sulla sua
chitarra (ma Ranalli suona anche il basso e i synth) e sull’apporto percussionistico
di Mr. Fist, molto tribale a dire il vero (forse anche troppo). Il platter è a
dir poco iridescente, perché trae ispirazione da un sogno, spiegato dallo
stesso autore. “Cammino lungo una strada di una città immaginaria e noto che in
entrambe le direzioni lo scenario che mi trovo davanti non cambia”. Da qui il
titolo del disco e dei brani, che letti in senso inverso non cambiano
significato, con la musica che segue questa scia ciclica, ripetitiva, attua a
sviluppare un loop in cui ovviamente ci si perde, si resta perplessi anche, un
trip imperfetto e astratto che si sviluppa proprio da una realtà onirica. Ossesso è l’inizio topoi dell’album, una
base percussiva funge da tappeto per la deviata chitarra di Ranalli, lungo
dieci minuti che spiazzano totalmente l’ascoltatore. Tutto il disco in realtà
sembra attingere tanto dal Kraut quanto dal genio di Hendrix, una trasposizione
in piena libertà dello spirito che animava certe correnti e certi personaggi
una cinquantina di anni fa circa, con la chitarra furente del pescarese sempre
in primo piano. Proprio l’utilizzo quasi esclusivo della sei corde e delle
percussioni è un po’ il limite di AcidoXodica,
che proprio quando inserisce altri elementi con più convinzione diviene
maggiormente compiuto. Apprezzabili comunque le intenzioni dell’abruzzese di
creare un disco free, homemade, psichedelico nella forma e nella sostanza,
lontanissimo da questi tempi e liquido come la materia dei sogni. (Luigi
Cattaneo)
Album Teaser (Video)
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