Esordio da cantautore
per Alessandro Alajmo, dopo l’esperienza come chitarrista degli Underfloor e
quella in studio per l’album Biancoinascoltato
di Chiara White. Firenze Mare Blues è
un lavoro dove il toscano ha raccontato i cambiamenti, gli avvenimenti di una
vita, episodi ora più semplici, ora più introspettivi ma sempre narrati con
leggerezza e grazia. I pezzi, nati tutti in versione voce e chitarra, sono
accompagnati dal basso di Guido Melis (co-produttore insieme ad Alajmo stesso)
e dalla batteria di Andrea Del Francia, oltre che da una serie di ospiti
presenti su tutto il lavoro. L’astronauta
è la delicata apertura del disco, con Giulia Nuti alla viola e Simone Milli
al rhodes e all’hammond, che completano un quadretto armonioso e che mi ha
ricordato qualche pagina di Fabio Concato. Il rock di Lebowski è contraddistinto dalla chitarra solista di Alessandro
Abba, Il geco invece ritrova le
tastiere di Milli, un momento fresco e molto gradevole. Un rock cantautorale
alla Neil Young vibra in Notturno on the
beach, prima della vena agrodolce di Settembre
(abbellita nuovamente dalla Nuti) e di L’estate
del 2001, poco convincente e piuttosto prevedibile. Meglio il blues venato
di r’n’r della titletrack, con la chitarra di Giacomo Ferretti, mentre si tinge
di pop Vagamente io e te. Violino e
viola (sempre della brava Nuti) caratterizzano la conclusiva L’ora più buia, romantico finale di un
album scorrevole e che si lascia ascoltare con piacere. (Luigi Cattaneo)
Il geco (Video)
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