giovedì 19 dicembre 2019

LA JANARA, Tenebra 2019)


Ritorno di altissimo livello per il quartetto La Janara, alfieri di un heavy cupo, fosco, che trae spunto tanto dall’esoterismo quanto da certe suggestioni magiche tipiche della stregoneria, con risvolti davvero inquietanti e misteriosi. Il fatto di arrivare dall’irpinia ha forse dato ancora maggiore sostanza al progetto, che riesce a unire suggestioni sabbathiane con una vena neofolk che a tratti mi ha ricordato alcuni capitoli dei grandissimi Corde Oblique, una materia plasmata in modo incantevole dal gruppo campano. Raffaela Cangero (voce), Nicola Vitale (chitarra), Rocco Cantelmo (basso) e Antonio Laurano (batteria), sono i cantori di Malevento, una Benevento dove le streghe incontravano il demonio per celebrare il sabba, dove Mater Tenebrarum, la strega primigenia, stringe un patto con Violante, protagonista combattiva di una storia di rabbia e sopravvivenza. Violante aveva un osso di capra è una nera ballata, la titletrack descrive l’affascinante calata verso l’oscuro come solo i maestri Death SS sanno fare, mentre Mephis è un omaggio alla Dea Mefite, guardiana del varco tra il mondo dei vivi e quello dei morti, a cui partecipa anche Alessandro Liccardo, chitarrista degli Hangarvain. Cera raggiunge un’intensità emotiva difficile da descrivere, che prosegue, anche narrativamente, con Il canto dei morti, in cui Violante arriva a profanare la tomba dell’amato in un atto di profonda necrofilia. La ruralità della tradizione contadina dipinge il ricordo di Volano i corvi, Giacomo Leopardi viene citato in Or poserai per sempre, con Violante che dopo il suicidio urla dall’oltretomba il suo dolore, con la band sostenuta dalla voce di Giulian dei black metallers Scuorn (oltre che da un nuovo solo di Liccardo). Ver sacrum è la conclusiva celebrazione (a cui partecipa Alessio Cattaneo degli Onryo al basso), un inno che non fa altro che confermare la grandezza di una band in stato di grazia. Un’ultima nota per la presenza alle tastiere, al piano e alle orchestrazioni di Riccardo Struder degli Stormlord, che dona un’ulteriore aurea ombrosa a tutto l’album. (Luigi Cattaneo) 

Malevento (Video)



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