Musicologo, docente,
compositore, scrittore, Beny Conte con Il
ferro e le muse (alcuni brani di esso prendono spunto dal suo omonimo
romanzo del 2016) omaggia la musica popolare della Sicilia, senza dimenticare i
tanti cantautori che negli anni hanno flirtato con il jazz e la world music, da
Sergio Cammariere al Fabrizio De Andrè di Creuza
De Mä. In questo
concept Conte, che si divide tra chitarra, basso, voce, tammorra e tamburello,
viene aiutato da Alessandra De Luca al pianoforte, Giovanni Conte al
pianoforte, al bandoneòn e alla fisarmonica, Gianluigi Fiordaliso al
violoncello, Xohana Askushai alla viola, Francesco Marranzino al contrabbasso,
Claudio Di Bucchianico all’oboe, Roberto Torto al clarinetto, Piero Delle Monache
al sax, Andrea Giovannoli alla batteria e Muhssin Pizii alla chitarra e
all’oud, un ensemble ampio e variegato in cui è davvero apprezzabile il lavoro
di arrangiamento di Conte, elegante e sempre molto curato. Il respiro
mediterraneo dell’opera è palpabile sin da subito e brani come Vitti ‘na crozza, la delicata L’isola di Buonagente e Malìa, sono lì a dimostrare le
intenzioni espressive del palermitano, che pone una certa attenzione per la
realtà sociale della sua terra d’origine. La scelta della lingua siciliana per
la quasi totalità dell’opera risulta azzeccata, affascinante nel suo sviluppo
sonoro, un tratto distintivo che è identità e recupero della tradizione. (Luigi
Cattaneo)
Full Album (Video)
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