lunedì 18 febbraio 2013

CALOMITO, Cane di Schiena (2011)

AltRock. Un nome una garanzia. Dopo Yugen e Accordo dei Contrari, bellissime realtà del panorama italiano, tornano in pista a distanza di ben 6 anni da Inaudito i genovesi Calomito con Cane di schiena, disco intenso e come sempre quando si parla dell’etichetta di Marcello Marinone, difficile da collocare. Perché qui, come in altre produzioni della label, ci si trova immersi in un universo che guarda al jazz rock, all’avant-prog e alla musica colta, con un risultato che non può che lasciare sorpresi. Ruolo di spicco paiono averlo Nando Magni al trombone e Filippo Cantarella al violino e alla viola che donano ricchezza espressiva al sound e si amalgamano alla perfezione con il contrabbasso jazz di Tommaso Rolando, il dinamismo alla batteria di Nicola Magri e le chitarre di Marco Ravera. Travolgente l’iniziale Bella Lee, perfetta per aprire l’album e catapultarci subito dentro quel fiume in piena che è il modus operandi dei genovesi. Cambi di tempo e di atmosfera imperversano ed esplodono lasciandoci da subito tramortiti per la classe che emerge, limpida, cristallina e che ci rimanda tanto ai King Crimson quanto all’intensità del jazz rock. Molto diverso è il trasporto di Parliamone, riflessiva e giocata sull’apporto essenziale di Magni, davvero molto espressivo, su cui la band si appoggia e in maniera alquanto variegata ma non casuale definisce un incontro simbolico tra il jazz e l’indie rock, anche se parlare di etichette in questo caso diventa mestiere complesso… Infraditi con le sue ritmiche indiavolate e i rimandi orientaleggianti sembra un omaggio agli Area, quindi jazz rock tinteggiato di aromi avant-prog presi in prestito dai compagni di scuderia Yugen. La difficoltà del brano ha la forza di mettere in luce anche le brillanti doti tecniche dei musicisti genovesi che si muovono con disinvoltura negli intricati labirinti ritmico melodici che costituiscono uno dei punti di forza del progetto. Non si discosta di molto la successiva Fungo, dove riecheggia, come se fosse un’unica traccia, la brillante vocazione free e sperimentale di Stratos e soci, condita da umori elettronici e contemporanei che mostrano come i Calomito determinano e caratterizzano il loro approccio con il progressive. A metà disco arriva la title track da cui è difficile rimanere impassibili… Violino e chitarra tratteggiano un motivo autunnale pieno di enfatica malinconia, in cui ritrovi uniti a braccetto bagliori orchestrali, jazz, e il sommo Frank Zappa atti ad evocare immagini sporcate dal post rock dei ’90 reso meno torbido e pesante in favore di sane dosi di melodie mai scontate. Antenna è forse il brano più vicino al progressive e nei suoi quasi 8 minuti di durata in cui Magni e Cantarella si dimostrano musicisti di altissimo livello, si dipana sovrapponendo i tipici tempi dispari del rock progressivo con la musica da camera e il jazz, elementi questi tre che sembrano essere le linee guida dell’intero lavoro. Il folk dell’ est Europa è un altro tassello al melting pot sonoro e infinito dei Calomito che si manifesta in Klez, a cui va aggiunto un richiamo evidente al rock e alla musica contemporanea colta, mostrando la capacità del gruppo di spaziare tra vari generi in maniera molto feconda e anche atipica per una band italiana. Ottima anche la conclusiva Max Dembo che in maniera sognante ci porta prima in luoghi lontani, in Sud America, attraverso un suono imparentato con il folclore musicale di certi paesi e poi evade verso un inaspettata soluzione prossima al free sperimentale degli Area (che appaiono come un bel punto di riferimento) ma anche al math rock dei romani Zu e all’avant rock più rumorista. Inutile cercare di classificare troppo il disco e il suono dei Calomito perché si spazia davvero in sonorità frutto di momenti e di attimi diversi tra loro. Si può e si deve provare a dare alcune coordinate. Per il resto nessuno può fidarsi più delle proprie sensazioni. Chi ha il coraggio e la voglia di imbarcarsi in ascolti prolungati e impegnativi avrà allora pane per i propri denti!!! (Luigi Cattaneo)

Fungo (Video)





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