sabato 9 febbraio 2013

MARIO COTTARELLI, Una strana commedia (2011)

Secondo lavoro per Mario Cottarelli (dopo Prodigiosa macchina del 2007), anima progressiva e solitaria che registra questo Una strana commedia facendo tutto da solo mostrando di rifarsi al periodo aureo del rock nostrano. Difatti lo spartito tende a focalizzarsi su canoni ampiamente collaudati che interesseranno soprattutto gli amanti di quei suoni che trovarono ampie fortune quarant’anni fa. Cottarelli, pur non essendo un cantante di ruolo particolarmente tecnico, mostra un timbro che si adatta quasi sempre alle situazioni da lui create con fare sicuro e attento ai dettagli, requisito questo non di poco conto per un one man band. Tra i 5 brani qui presenti si avvertono derive tratte dai Genesis, dal rock sinfonico e dalla scena italica che vedeva Premiata Forneria Marconi e Banco Del Mutuo Soccorso in prima linea. Le tastiere hanno un ruolo importante nell’economia del disco (e come poteva essere altrimenti?) e mostrano le capacità di Cottarelli, capace di passaggi davvero gradevoli e ispirati, in special modo nella strumentale L’orgoglio di Arlecchino, lunghissimo brano tra i migliori dell’album e indubbiamente il più articolato in cui non si può non rimanere colpiti dalle parti di synth davvero ben fatte e tipiche del progressive settantiano. La batteria elettronica non sempre soddisfa ma le composizioni scorrono via comunque senza intoppi e le intersezioni tra gli strumenti appaiono vivere di un’amalgama soddisfacente e di alcuni fasi che mostrano idee di indubbio gusto. Le tastiere di Cottarelli colorano L’occhio del ciclone, traccia dal testo molto interessante e dotata di ritmiche e sonorità per nulla scontate, così come di spessore è Corto Circuito, brano debitore del prog italiano dove si delineano trame vagamente oscure (anche per le liriche) che non appesantiscono ma rendono ancora più valido il pezzo. Anche Bianca Scia risulta essere esempio riuscito della musica di Cottarelli, così in bilico tra prog sinfonico e le atmosfere care a Robert Fripp, il tutto sviluppato con passione e dedizione, mentre la title track si incastona perfettamente nel quadro del nuovo progressive che si è sviluppato negli ultimi anni, con un atteggiamento contemporaneo che riesce anche a guardare ai mostri sacri del genere (Premiata Forneria Marconi, Le Orme, Raccomandata Ricevuta Ritorno) senza doverli forzatamente scimmiottarli. Cottarelli confeziona un bel prodotto che potrà incuriosire più di un nostalgico e probabilmente ad un ascolto più attento non solo loro. Il passo successivo deve essere quello del definitivo salto di qualità. (Luigi Cattaneo)


Per ascoltare frammenti di brani di Mario Cottarelli si consiglia il sito http://www.myspace.com/mcottarelli          


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