Appuntamento fisso di fine estate, il festival dedicato alla musica progressiva quest’anno si è rinnovato ed ampliato, aggiungendo un giorno di live rispetto ai soliti 2 delle passate edizioni, segno del grande successo di pubblico e di una qualità sempre crescente della kermesse che ospita, elemento di grande importanza per ogni prog fan che si rispetti, anche un ricco spazio dedicato agli espositori in cui cercare dischi nuovi e rari, vinili, libri e stampe dei tanto amati art work progressivi. Questo il contorno molto appetitoso, ma il piatto forte rimangono i gruppi che come da tradizione del festival sono stati scelti per proporre realtà nuove e band che invece sono ormai leggenda della musica prog internazionale. La serata d’apertura propone un trio da brivido. Tempio delle Clessidre, Arti e Mestieri, Goblin. Una vera manna insomma per gli amanti di certe sonorità. La partenza è con il botto perché Elisa Montaldo e compagni sfruttano a dovere l’oretta a loro disposizione con uno show dinamico ed equilibrato tra richiami al Museo Rosenbach, in cui militava il cantante Stefano “Lupo” Galifi, e brani tratti dal sorprendente esordio del 2010. I liguri dimostrano di avere un affiatamento sempre crescente che ha esaltato ed emozionato i tanti accorsi al concerto. Dopo un esibizione del genere è sempre difficile per la band successiva salire sul palco, ma non se il gruppo in questione si chiama Arti & Mestieri, ossia una delle più vivide espressioni del jazz rock settantiano e da sempre on the road e non solo in Italia (in Giappone, dove hanno anche registrato un live album, sono acclamatissimi). Se a ciò aggiungiamo che ad accompagnare i torinesi troviamo due vecchi volponi del rock come Mel Collins al sax e al flauto e David Cross al violino, entrambi già membri dei King Crimson, il gioco è fatto! Peccato per l’assenza del grande Gigi Venegoni ma la chitarra di Marco Roagna non lo ha fatto rimpiangere di certo. Difatti si è trattato di uno show dirompente, pieno di carica, dove diventa davvero difficile rimanere impassibili dinanzi alla tecnica di stampo jazz e alla forza propulsiva di Furio Chirico alla batteria e al tocco vellutato, sensibile e preciso del sempreverde Beppe Crovella alle prese con le sue tastiere vintage. Inoltre la band ha in formazione un cantante a tutti gli effetti, Iano Nicolò dei Cantina Sociale che aggiunge qualità ulteriore e spezza le dinamiche strumentali del gruppo consentendo loro di sviluppare il discorso musicale anche dentro contesti prevalentemente rock e meno jazzati, caratteristica che potrebbe tornare utile in vista del nuovo disco che dovrebbe uscire nel 2012. A chiudere la prima serata del festival ci hanno pensato i Goblin, non in formazione originale come era stato ventilato sul web in vari siti ma con Titta Tani alla batteria e Bruno Previtali al basso. La performance, che ovviamente passa in rassegna il meglio del loro repertorio, mostra come le composizioni non abbiano perso quell’alone di spettralità e di inquietudine che è sempre stata la grande forza dei romani amati alla follia da Dario Argento. Ma i Goblin attuali non puntano solo sull’atmosfera ma anche sull’impatto da heavy metal band, complice una sezione ritmica molto hard che avvicina il suono ad un’altra creatura orbitante nel mondo del tastierista Claudio Simonetti, quei Daemonia che hanno rivitalizzato e modernizzato la proposta globiniana. E se un piccolo appunto si può fare è proprio questo. Perché in alcuni momenti si sente un po’ troppo la differenza di “tocco” nei brani pensati per gente come Agostino Marangolo, Fabio Pignatelli e Walter Martino. La prestazione è comunque di alto livello con i tre membri storici, Simonetti e Maurizio Guarini alle tastiere e Massimo Morante alla chitarra, davvero in ottima forma e bravissimi nel ricreare le sonorità tanto care ai progster e agli amanti degli horror movie. Mi pare appropriato sottolineare come la qualità del festival sia di anno in anno più alta e, cosa più unica che rara, anche completamente gratuita. Visto il periodo direi che la scelta degli organizzatori di creare un festival ad ingresso libero non può che essere applaudita! (Luigi Cattaneo)
Arti & Mestieri Veruno Live
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