venerdì 15 febbraio 2013

SYNDONE, La Bella è la Bestia (2012)

Dopo Melapesante del 2010 che aveva riportato i Syndone agli onori della cronaca dopo un oblio durato ben 17 anni, i torinesi sono stati capaci di tornare molto presto in pista con il nuovissimo La bella è la bestia, un lavoro su cui pare la band stia puntando tantissimo. E a giudicare già da come si presentano il curatissimo artwork e il libretto in italiano e inglese le intenzioni appaiono piuttosto serie. Inoltre il trio formato da Nik Comoglio, Francesco Pinetti e Riccardo Ruggeri si fa accompagnare nel corso del racconto da Ray Thomas dei Moody Blues, un quartetto di straordinari violoncellisti, dal Golaman Brass Quartet, da una coppia di sassofonisti (alto e baritono) e dalla Turin Filarmonic Orchestra diretta da Luciano Condina. Un bel parterre per attualizzare e modificare il messaggio originariamente contenuto nella famosissima fiaba. Come viene spiegato nel libretto interno il concept guarda alle azioni dei personaggi coinvolti con gli occhi dell’uomo contemporaneo, compresi sensi di colpa, invidie e vendette. Il racconto è un flusso in cui si alternano le voci dei vari protagonisti, sempre interpretati dal bravo Riccardo Ruggeri, già a partire dall’iniziale Introitus in cui le tastiere vintage di Comoglio riportano indietro nel tempo. Il fiele e il limite ha sprazzi sinfonici dettati dagli archi e una certa vena teatrale in cui si cala perfettamente Ruggeri che nella successiva Rosa recisa interpreta il ruolo della bestia in maniera sofferta alternandolo con quello del padre di Belle in un connubio che avvicina il brano alla Rock Opera. Più tirata è Complice carnefice che ha al suo interno anche degli ottimi passaggi strumentali oltre che quelle convincenti atmosfere teatrali che si ritrovano a dire il vero lungo tutta la narrazione. Tu non sei qui è una ballata piuttosto semplice e delicata mentre Orribile mia forma dimostra ulteriormente la capacità camaleontica di Ruggeri e la grande qualità di Pinetti al vibrafono e dell’onnipresente Comoglio. Inoltre per completezza è interessante notare come la parte di flauto solo sia stata tratta dal Concerto per Flauto e Orchestra di Carl Nielsen: cadenza finale dell’Allegro. C’è nuovamente aria di Rock Opera nella adrenalinica Mercanti di gioia, così come piuttosto oscura e affascinante è Bestia! anche per via di un fine lavoro di Comoglio all’organo. Diverso il clima di Ora respira, dove se nella prima parte viene lasciato spazio ad un aurea di amarezza da parte dei protagonisti della storia, nella seconda la trama si fa strumentale e pregna di spunti che proseguiranno nell’orchestrale La ruota della fortuna. I Syndone sono tornati con quello che è forse il loro disco più maturo o perlomeno quello maggiormente ambizioso (suonarlo live non deve essere una passeggiata), ricco di sonorità che rimandano alla Rock Opera ma anche in parte al teatro e al Musical. Sarebbe bello ora avere la possibilità di vedere una rappresentazione dal vivo come fece qualche anno fa la Premiata Forneria Marconi in occasione di Dracula  (2005). (Luigi Cattaneo)

Rosa Recisa (Video)


Nessun commento:

Posta un commento