lunedì 13 novembre 2017

DARK AVENGER, The Beloved Bones : Hell (2017)


Pregevole ritorno per i brasiliani Dark Avenger, un gruppo che con gli anni si è molto migliorato e ha creato una base di fan anche qui in Italia che non avranno difficoltà nel riconoscere The beloved bones : Hell come uno dei dischi più riusciti dell’act carioca. Il nuovo platter conferma ovviamente la carica heavy insita nei verdeoro, con squillanti trame epic e fraseggi che finiscono per lambire il thrash metal tecnico, un percorso forgiato da aggressività e pathos. I Dark Avenger hanno dalla loro un’attenzione immensa per la melodia, che diviene elemento focale pure nei frangenti più duri, segno delle raffinate doti di songwriting sempre più sviluppate dell’ensemble. Il mood inquieto e malinconico con cui sono stati costruiti parecchi brani si sposa con la potenza della coppia di chitarristi Glauber Oliveira e Hugo Santiago e una sezione ritmica corposa e precisa formata dal basso di Gustavo Magalhaes e dalla batteria di Anderson Soares (segnalato però come musicista esterno alla band), musicisti egregi su cui si muove sontuosamente la voce di Mario Linhares. Si parte in quarta con The beloved bones, che si apre con un ipnotico intro di violino di Mayline Violinist, che ben presto viene spazzato via da un tremendo riff thrash metal che indirizza la trama verso lidi cari ai Nevermore, con frangenti davvero molto violenti. Smile back to me conferma l’aurea cupa e diabolica e la pesantezza del thrash, condita però da sfumature epiche coinvolgenti. Non dispiace nemmeno il grandeur gotico di King for a moment in cui vengono delineati alcuni topoi del gruppo, che oscilla tra epic, sfuriate heavy e sensibilità melodica. This loathsome carcass è ancora fosca e greve ma lascia intravedere uno spiraglio di luce, qui tradotto per mezzo di note che riescono a sedurre chi ascolta. È solo un attimo, perché i brasiliani non hanno nessuna intenzione di porre freno al loro spirito bellico e i riff sostenuti di Parasite sono lì a dimostrarlo. Breaking up again inizia come una delicata e inusuale ballata, per poi aggredire con ferocia l’inerme spettatore di questa furia (in)controllata. Un po’ di prog irrompe in Empowerment, soprattutto per una certa enfasi, la maestosa melodia portante e una riuscita parte strumentale, mentre Nihil mind appare più diretta e immediata, pur essendo tutt’altro che scontata. Purple letter non cambia registro ma si arricchisce della presenza di Marcella Dourado alla voce, un duetto godibile e sinuoso, prima di ben due ballate, Sola mors liberat, con il piano di Vinicius Maluly e la bonus track When shadows falls, poste insieme a concludere un disco ricchissimo di idee e vera manna per tutti gli amanti dell’hard & heavy. (Luigi Cattaneo)
 
The beloved bones (Video)
 

1 commento:

  1. Grazie mille amico Luigi Cattaneo... we really appreciate your words.
    Mario Linhares - Dark Avenger

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