Pubblichiamo qui di seguito un vecchio reportage di un live del Castello di Atlante e dei Pandora del 2011.
Ancora una volta protagonista il rock progressivo alla Casa di Alex, ormai punto di riferimento a Milano per un certo tipo di musica, considerato che negli ultimi mesi sono stati davvero tanti i nomi di un certo peso che si sono susseguiti sul palco del piccolo ma confortevole locale. Difatti da qui sono passati in breve tempo Alex Carpani, gli svizzeri Dawn, il Tempio delle Clessidre, gli Yugen e stasera per la prima volta viene proposto un doppio concerto per la gioia di tutti coloro che sono accorsi, spettatori abitudinari e non delle serate progressive. In apertura i piemontesi Pandora che da poco hanno pubblicato il loro secondo album, Sempre e ovunque oltre il sogno, che approfittano dell’occasione per presentare due nuovi membri, il chitarrista Jerry Arcidiacono e il bassista Leonardo Gallizio. I Pandora sfruttano l’ora a disposizione mostrando una buona tecnica individuale a sostegno di brani molto lunghi e articolati, pregni di quel rock sinfonico tipicamente settantiano che viene riproposto senza troppe variazioni sul tema ma con grande fervore e passione. Su tutti spicca il drumming preciso e potente di Claudio Colombo che mostra il suo talento nella lunghissima suite finale dove si destreggia pure alle tastiere e al flauto, anche se forse una minore prolissità non farebbe male in sede compositiva. Molto bravi anche Corrado Grappeggia alle tastiere e voce solista della formazione e Beppe Colombo, anche lui disinvolto tastierista. L’attesa è ovviamente tutta per Il Castello di Atlante, nome storico del progressive nostrano e gruppo che incarna in pieno il modello sonoro di rock sinfonico a cui ci hanno abituato sin dal 1993, anno del loro esordio discografico, anche se la loro attività ha origine nel primo lustro degli anni ’70. Il sound non è cambiato e i vercellesi rimangono negli anni fedeli a certe sonorità vintage e new prog che da sempre li contraddistinguono e che ormai sono un loro marchio di fabbrica. In sede live il gruppo fa valere la propria esperienza e il risultato è un concerto coinvolgente e brillante, dove non viene privilegiato l’aspetto virtuosistico ma l’impatto d’insieme, vero punto di forza della band. Vengono proposti diversi estratti da Sono io il signore delle terre a nord, tra cui le bellissime La foresta dietro il mulimo di Johan, Estate e Il saggio, brani dove emerge quella sapiente capacità di miscelare elementi sinfonici e rock, cura per l’arrangiamento e per melodie facilmente assimilabili, senza disdegnare interventi solistici di indubbio gusto, soprattutto per mano del violinista Massimo Di Lauro e del tastierista Roberto Giordano, le due anime classiche della band. Ovviamente vengono eseguiti anche brani dal più recente Capitolo 7 Tra le antiche mura dove troviamo belle sezioni strumentali spesso dominate dal violino e dalle tastiere e un avvicendarsi continuo di soluzioni ora prossime al Banco del Mutuo Soccorso e alla P.F.M. ora agli IQ (anche se in parte minore). Sorprendono anche le parti vocali ad opera di Giordano, del chitarrista Aldo Bergamini e del batterista Paolo Ferrarotti che anche se non particolarmente dotati tecnicamente ben si amalgamano tra loro e risultano evocative e cosa molto importante piuttosto espressive. Dopo quasi 2 ore il gruppo saluta intonando Ancora suonare ancora insieme facendo cantare il pubblico restante in festa per l’ottimo show a cui ha assistito e per la suggestiva atmosfera che Il Castello di Atlante riesce a creare nei loro concerti. Non saranno originali e probabilmente mai lo saranno ma il loro essere radicati in una certa tradizione non diminuisce il loro valore e l’affetto dimostrato dagli astanti questa sera ne è l’esempio più lampante e forse per loro anche il più importante! (Luigi Cattaneo & Chiara Paglialunga)
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