domenica 15 dicembre 2013

COMPAGNI DI BAAL, Compagni di Baal (2012)


Come spesso mi è capitato da queste pagine mi ritrovo a parlare con piacere di una band influenzata dalle atmosfere che si respiravano guardando i vecchi sceneggiati degli anni ’60 e ’70 (e chi ne ha visto qualcuno sa a cosa ci si riferisce). Quindi dopo aver analizzato l’album che L’impero delle Ombre ha dedicato proprio ai Compagni di Baal (sceneggiato francese di fine anni ’60) e il debut L’ombra della sera dove si attingeva a piene mani dalle musiche che caratterizzavano quelle produzioni televisive, ecco arrivare l’esordio di una promettente band anconetana che risponde proprio al nome della setta protagonista della serie transalpina. A dire il vero il loro omaggio qui si ferma, perché questo primo lavoro non è un concept che riprende il plot originale ma ha tematiche del tutto autonome. Indubbiamente qualcosa a livello musicale si avvicina a quanto fatto da L’impero delle Ombre ma più che altro nelle influenze comuni. Ci sono momenti marcatamente heavy come l’iniziale Rip in cui però convince soprattutto l’attenzione alla fase melodica che la band pone in essere e un finale dai toni più epici acceso dalla presenza di Cardellino, vocalist proprio dell’Impero. L’orrore che abita in me cita i Deep Purple e un certo hard prog di matrice settantiana (forse il grande riferimento della band) ed è davvero lodevole il lavoro di Stefan Seclì (sempre dell’Impero) all’organo Hammond ma anche di Daniele Carnali alla chitarra, bravo nel ricamare riff piuttosto incisivi. Di buona fattura anche Oltre la luna in cui Carnali diventa protagonista soprattutto nella parte centrale, sostenuto comunque da un discreto lavoro d’insieme, prima di lasciare spazio ad un bel solo di Seclì, anima “nascosta” della produzione. Un inizio gobliniano caratterizza Tra potere e libertà, per poi lanciarsi in fraseggi di matrice heavy che nelle parti più dinamiche può far tornare alla mente la forza degli Iron Maiden anni ’80. La breve Icolanibai fa da introduzione per l’inizio funereo di Nell’oscurità che si sviluppa in direzione di un hard rock sabbatiano che viene sfumato in un finale intenso e atmosferico in cui Carnali si distingue per un suo intervento solistico ben riuscito. Sepolto sotto un sole è uno dei brani più duri e riusciti del disco, un attacco irruento, tagliente, turbinoso ma affascinante per il suo saper smorzare il tutto con una sapiente attenzione per sfumature lievi e dal vago sapore psichedelico, mentre la conclusiva La danza del sangue non fa che confermare l’amore verso un heavy prog di vecchio stampo che il gruppo tenta di rinverdire in maniera sincera attraverso un vero atto d’amore per certi suoni vintage. I Compagni di Baal firmano un esordio più che discreto in cui fanno confluire tutti gli ascolti di una vita in maniera credibile e convincente. Tolta qualche caduta di tono e alcune parti meno interessanti di altre, l’album ha una costante qualità dall’inizio alla fine e piace innanzitutto nelle parti strumentali e nei giochi ad incastro in cui si muovono Carnali e un ospite d’eccezione come Seclì. Band interessante da tenere d’occhio nel futuro!(Luigi Cattaneo)

L' orrore che abita in me (Live)




Nessun commento:

Posta un commento