Musica raffinata e di grande gusto, piena di pathos. Questa in estrema sintesi l’arte dei tre membri uniti sotto la sigla Il Magnetofono. Alan Bedin è la voce, dannatamente bella, del progetto, Emmanuele Gardin muove le sue dita illuminate sul pianoforte, Marco Penzo dona il suo pregevole tocco ritmico con il contrabbasso. E poi una serie di collaborazioni e di ospitate di grande livello. Quando il jazz incontra il cantautorato degli anni ’50 e ’60, passando per Paolo Conte,Vinicio Capossela e la canzone teatro in maniera molto poliedrica. Con freschezza e apparente semplicità. Vintage, retrò ma incredibilmente attuale. E così si distinguono episodi seducenti come Baby Doll, Cinque Minuti, Finezze, il cabaret politico di Freak Antoni degli Skiantos in La dichiarazione del mago che riporta direttamente all’era della Cramps, l’atto declamatorio di un sempre irresistibile Piepaolo Capovilla del Teatro degli Orrori nella amara Non ho finito, il theremin di Vincenzo Vasi in Tip Tap. Ottimi anche i testi, molto sentiti e comunicativi, dello stesso Bedin, nello stesso tempo ironici e cinici. Meraviglioso il finale di Mondo di Uomini dedicato a James Brown (e d’altronde si tratta di una versione della sua It’s a Man’s Man’s Man’s World), Luigi Tenco e Lucio Dalla e impreziosita dalla tromba di Gianluca Corollo. Difatti la buona riuscita dell’album va attribuita anche ai tanti musicisti esterni al gruppo come Federico Zaltron al violino, Anna Campagnaro al violoncello, Marcella Campagnaro alla viola, Marco Girardin al flauto, Massimo Penzo al clarinetto, Luca Moresco al trombone. Il Magnetofono traccia una linea in cui le atmosfere passate riaffiorano in maniera certa ma affascinante, ricordando un tempo lontano ma con i piedi ben piantati nella situazione attuale. Pregevole. (Luigi Cattaneo)
La Merenda del Mago (Video)
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