lunedì 30 dicembre 2013

OLD ROCK CITY ORCHESTRA, Once Upon a Time (2012)

Già il nome del gruppo rievoca qualcosa di antico, di passato, di un tempo che si allontana sempre più. Il titolo dell’album, Once upon a time, non è da meno. E appena premi play l’idea che ti sei fatto non fa che essere pienamente confermata. E ne sei contento. Soprattutto se il climax che incontri è quello di un rock settantiano dai frangenti hard, blues e psichedelici quanto basta. Il gruppo di Orvieto, dopo un ep di qualche anno fa, giunge all’esordio con idee tanto semplici e immediate quanto chiare. Old Rock City Orchestra vede la brava Cinzia Catalucci alla voce e alle tastiere, Raffaele Spanetta (autore di musiche e liriche) alla chitarra, Giacomo Cocchiara al basso e Mike Capriolo alla batteria, un bel motore ritmico dietro le trame impostate dalla band. L’apertura è giustamente affidata a Stand up, tirato rock che supera appena i due minuti, giusto per farci capire cosa dobbiamo aspettarci. E difatti anche la seguente ma più corposa Another Flower è una scorribanda dai tratti robusti, almeno finchè  non appare il violino di Laurence Cocchiara che rende più tenue l’atmosfera e il brano viaggia deciso in direzione psych sino alla sua conclusione. Black hand in the Sky è un piccolo omaggio alla psichedelia californiana dei ‘60 (chi ha detto Jefferson Airplane?), mentre Ufo è un accattivante rock molto diretto. Si cambia registro con This is the last day, una bella ballata Led Zeppelin style che non disdegna anche momenti elettrici e strumentali sempre molto vintage. Ancora un brano d’impatto è la seguente Once upon a Time Rock ‘n’ Roll, un selvaggio e divertente blues attraversato da un determinante riff di Spanetta che contrasta con la successiva e più moderata I want to Keep on Dancing. Si discosta da quanto finora ascoltato Tonight with you, un episodio più vicino al folk e giocato sulla voce di Spanetta, che ruba per un attimo la scena alla Catalucci e il flauto di Chiara Dragoni. Un momento isolato ma che potrebbe anche risultare interessante per sviluppi futuri. Chiude il lavoro la ballad Swan of the lake che si distingue per un pregevole lavoro orchestrale con tanto di violino, viola e violoncello. Sia ben inteso che gli Old Rock City Orchestra non inventano davvero nulla, anzi si rifanno tranquillamente al passato, quindi chi cerca novità costanti starà ben alla larga dal programma. A chi invece ciò interessa relativamente e preferisce puntare su qualcosa di facilmente assimilabile ma comunque di qualità Once Upon a Time risulterà l’album ideale. (Luigi Cattaneo)

Swan of the lake (Official Video)

         

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